Questo Circo metropolitano è, per il collettivo che ne è protagonista, la primissima esperienza di circo portato sulla strada nelle manifestazioni di teatro di strada, aperte all'opportunità per il pubblico di fruire in Italia di questa forma di aggregativa condivisione e sperimentazione collettiva. L'idea di Luca Regina, che aveva frequentato la Scuola di Circo di Mosca, con la collaborazione di Philip Radice, è quella di unire un nucleo artistico di tre talentuosi giovani artisti danesi, provenienti dalla stessa scuola, a Paolo Stratta, che fa da trait d'union dello spettacolo, in una logica di contaminazione dell'utilizzo di vere e proprie tecniche circensi (dalla corda molle di Lars Gregersen, al trapezio di Josephine Wulff Randrup e Rasmus Madsen all'acrobatica) con le tecniche del cantastorie, l'uso dell'organetto di Barberia, il fachirismo, financo al numero con la frusta, di Paolo Stratta.

Lo spettacolo viene portato in tournée estiva in tutta Italia, dalle montagne piemontesi e valdostane a Rimini, ai Borghi narranti, festival itinerante in oltre dieci località della provincia di Chieti, ad Atripalda nella provincia di Avellino. La storia è quella di quattro operai che, come in un vero e proprio circo metropolitano di strada, mettono in scena le loro sequenze acrobatiche, esponendole al pubblico quali portatrici di una loro rilettura in chiave sublimata nel linguaggio della scena e così foriere di momenti di inaspettata poesia.