Questa non è una storia del circo, sono storie del circo e dei circhi di Madrid, impressioni, annotazioni, ricordi del "più grande spettacolo del mondo", alcuni gioiosi e altri un po' amari; sublimi e, talvolta, miserabili; misteriosi o prosaici, ma sempre suggestivi. Il circo ha un nome sacro nella storia di Madrid, quello del cavaliere inglese Thomas Price, i cui successori, William Parish e Matilde de Fassi, trasformarono lo spettacolo in un grande protagonista della vita sociale e culturale di Madrid. Price è, chi ne dubita, almeno tanto madrileno quanto il chotis. Ma c'erano anche altri circhi, teatri e saloni che offrivano acrobazie, taumaturgie e umorismo, degni di essere inclusi nella leggenda del circo. Questo libro vorrebbe essere, come il circo, uno spettacolo vario, con numeri lunghi e brevi, visivo e colorato, da vedere con gli occhi del viso e con quelli dell'immaginazione, con pause, con annunci di grandi lettere luminose, con sorrisi e con smorfie di paura. Attraverso di essa circolano maghi e fachiri, spie, bestie terrificanti, incendi e naufragi, eccentrici clown e improbabili acrobazie. Qui ci sono gli stessi personaggi che hanno attratto i più grandi artisti dell'epoca, Degas, Seurat, Toulouse Lautrec, Gutiérrez Solana, Vázquez Díaz e, soprattutto, Picasso. Ma anche Edmundo de Goncourt, Benavente, Rusiñol e l'indispensabile Ramón Gómez de la Serna. Non abbiamo cercato di fare né un trattato sul circo, né una storia di tipo accademico, abbiamo preferito sacrificare l'esaustività alla varietà, e, senza rinunciare al rigore, darci pienamente al principio sacro del divertimento circense: l'amenità.