Note di regia
Spesso l’eresia, anche senza scomodare i tribunali dell’Inquisizione, ha portato a roghi più o meno diretti. Se Giordano Bruno è finito sul rogo e se Galileo ha subito un processo a cui per secoli il dogma si è appellato per dare validità a se stesso, è perché avevano scelto. Scegliere, dunque, è il significato di eresia cui si fa riferimento in questo spettacolo, rievocando l’etimologia del termine. Scegliere secondo l’istinto o secondo principi che, pur nascendo nel grembo del corpo a cui si appartiene, ne mettono in discussione la validità. Il dogma è l’ invecchiamento dell’idea, ne costituisce la sua sterilizzazione. L’eresia ne rappresenta, invece, il nuovo spirito, il distillato, lo spirito aereo. La scelta autonoma richiede il sacrificio più alto perché spesso porta alla solitudine, ma porta a non stare nel mucchio. A non essere contaminati, a non essere condizionati da passioni di parte, da tifi che rinnegano la verità. Ma permette di sentire le voci profonde del tutto, di partecipare, di sciogliere il nodo che lega e tiene tutti uniti nel quotidiano vivere.
Credit
regia Jay Gilligan (Ohio)
drammaturgia Beppe Turletti
direzione artistica Paolo Stratta
regia del suono Matias Salmenaho (Finlandia)
costumi Lovisa Hagerfors (Svezia)
collaborazione artistica Malin Stattin, Peter Aberg, Olle Strandberg, Frida Olsson, Sara Edlung (Svezia).
con Alberto Spagone, Tiziana Prota, Abdalla Selim Nabiha, Irene Torres Corralo (Spagna), Jean François Gerardin (Francia), Alice Macchi, Michele Pagnotta, Ignacio Romero (Spagna), Alice Bauco, Julio Rivero (Spagna), Alessia Rampanti, Ewan Colsell (Scozia).