Andrea Macchia

Eresia | debutto al Festival Sul Filo del Circo

  • fotografie di Andrea Macchia
  • spettacolo Eresia
  • autore Jay Gilligan, Paolo Stratta, Beppe Turletti
  • compagnia
  • con Alberto Spagone, Tiziana Prota, Abdalla Selim Nabiha, Irene Torres Corralo, Jean François Gerardin, Alice Macchi, Michele Pagnotta, Ignacio Romero, Alice Bauco, Julio Rivero, Alessia Rampanti, Ewan Colsell
  • ospitato da Festival Sul Filo del Circo
  • data 12 luglio 2007
  • luogo Teatro Le Serre
  • città Grugliasco
  • Immagini coperte da copyright
Lo spettacolo rappresenta il compimento di una trilogia che la Scuola ha voluto realiz­zare con Jay Gilligan, regista dalla creatività visionaria e portatore di uno spirito inno­vativo non solo nel campo della giocoleria, ma di tutto il circo contemporaneo. Dopo il successo di Northern Star e di Terminal 9, Eresia rappresenta una scelta: quella di una comunità ostinata che desidera esprimersi in modo non convenzionale. Il linguaggio del circo contemporaneo supporta e dà voce a questa opportunità. Per questo spettacolo si è riunito uno staff internazionale con l’obiettivo di creare uno spettacolo che faccia sorridere e sognare parlando delle schizofrenie del mondo attra­verso le tecniche del circo e dell’intelligenza umana.

Note di regia

Spesso l’ere­sia, anche senza scomodare i tribunali dell’Inquisizione, ha portato a roghi più o meno diretti. Se Giordano Bruno è finito sul rogo e se Galileo ha subito un processo a cui per secoli il dogma si è appellato per dare validità a se stesso, è perché avevano scelto. Scegliere, dunque, è il significato di eresia cui si fa riferimento in questo spettacolo, rievocando l’etimologia del termine. Scegliere secondo l’istinto o secondo principi che, pur nascendo nel grembo del corpo a cui si appartiene, ne mettono in discussione la validità. Il dogma è l’ invecchiamento dell’idea, ne costituisce la sua sterilizzazione. L’eresia ne rappresenta, invece, il nuovo spirito, il distillato, lo spirito aereo. La scelta autonoma richiede il sacrificio più alto perché spesso porta alla solitudine, ma porta a non stare nel muc­chio. A non essere contaminati, a non essere condizionati da passioni di parte, da tifi che rinnegano la verità. Ma permette di sentire le voci profonde del tutto, di parteci­pare, di sciogliere il nodo che lega e tiene tutti uniti nel quotidiano vivere. 


Credit

regia Jay Gilligan (Ohio)
drammaturgia Beppe Turletti
direzione artistica Paolo Stratta
regia del suono Matias Salmenaho (Finlandia)
costumi Lovisa Hagerfors (Svezia)
collaborazione artistica Malin Stattin, Peter Aberg, Olle Strandberg, Frida Olsson, Sara Edlung (Svezia).
con Alberto Spagone, Tiziana Prota, Abdalla Selim Nabiha, Irene Torres Corralo (Spagna), Jean François Gerardin (Francia), Alice Macchi, Michele Pagnotta, Ignacio Romero (Spagna), Alice Bauco, Julio Rivero (Spagna), Alessia Rampanti, Ewan Colsell (Scozia).