Lo spettacolo dal vivo è un esempio privilegiato di quanto l’esperienza fra artista e pubblico sia fatta di occasione, di momenti rubati che lasciano la fotografia del momento e dell’incontro allo scatto della memoria. Fermare gli attimi di queste esperienze è stato un tema ricorrente sin da quando ho iniziato a occuparmi di spettacolo dal vivo nel 1991 e già a partire dal mio saggio "Una piccola tribù corsara" avevo chiaro quanto fosse importante provare e fermare le tracce dell’effimero. Questo tema, rimasto sottotraccia per tanti anni, è diventato centrale nel momento in cui, a teatri sigillati e con tutte le compagnie e gli artisti fermi ai blocchi di partenza, ci siamo interrogati su quanto fosse importante recuperare la dimensione della testimonianza. Da qui è nata, per ragioni poetiche, storiografiche, organizzative e occupazionali, la volontà della memoria, c’è qualcosa di coerente in questa scelta: la necessità del teatro.